oltre al mare c'è di più

alla scoperta dell'arte dietro l'angolo

  • Consigliato a

    Chi vuole scoprire come l‘arte e l’artigianato si possano trovare anche dietro l’angolo ed in un ambiente naturale maestoso come quello del massiccio del Gran Sasso

  • Durata

    Solo uno o due giorni, dipende dal tempo che si vuole dedicare a ciascuna delle destinazioni suggerite

  • Località di partenza

    Si parte da Roseto ed in macchina si percorrono circa 60 km per raggiungere ciascuna località

  • Destinazione

    Una galleria naif a cielo aperto ed una fabbrica di oggetti artistici in ceramica distribuita su un intero borgo arroccato alle pendici del monte Camicia.

le nostre tappe


Quello che vi proponiamo è un itinerario fatto di due sole tappe che può essere percorso anche in un giorno solo. Il suggerimento però è di riservare un giorno ad ogni tappa dedicando ad essa due o tre ore in modo da gustare appieno l'atmosfera che si respira fatta di arte immersa in un ambiente naturale maestoso come quello del massiccio del Gran Sasso. Le mete delle due tappe, pur nella loro diversità, sono la rappresentazione concreta di come l'espressione artistica si possa identificare con un intero paese.


primo giorno

Quelli di una certa età ricordano sicuramente il gioco della “campana” e certamente anche quello della “trottola”. Bene, ad Azzinano, piccolo paese del Teramano, anche i muri, anzi soprattutto i muri riescono a ricreare una atmosfera ludica che non c’è più. Da Roseto, per arrivare ad Azzinato occorre circa 1 ora di macchina percorrendo l’autostrada A24 in direzione Roma fino all’uscita di Colledara e poi alcuni km di strada verso Tossicia e d Azzinano che ne è frazione.

I muri raccontano

E’ originaria del paese, dove ancora abita, Annunziata Scipione che è una delle più grandi pittrici naïf italiane, artista di origini contadine, ma che riuscì a suscitare l’ammirazione anche di Cesare Zavattini. Le opere di questa artista sono esposte nel Museo nazionale Arti Naïves di Luzzara, insieme ai capolavori di Antonio Ligabue.

Siamo ai piedi del Gran sasso, in un borgo che senza le iniziative stimolate dalla presenza dell’artista sarebbe uno dei tanti paesi in via di spopolamento. Invece Azzinano, grazie ad una intuizione dei residenti,  nel 2001 ha iniziato la sua rivoluzione artistica con una valorizzazione del borgo che passa per l’abbellimento delle facciate delle case con murales.

Non si tratta però della realizzazione di semplici decorazioni commissionate occasionalmente, ma della esecuzione di soggetti a tema ed il tema scelto è la rappresentazione dei giochi di una volta. L’idea è stata quella di conciliare il recupero del territorio con la conservazione della memoria ed è nato così il progetto "I muri raccontano".  Ogni anno l’appuntamento con gli artisti naif si rinnova ed ogni estate Azzinano diventa il luogo d’incontro di artisti provenienti da ogni regione d’Italia che contribuiscono ad arricchire gratuitamente questa sorta di antologia di svaghi di una civiltà contadina e pre-digitale, lontana nella memoria, ma non nel tempo.

Dai dadi al nascondino, dal gioco della “mosca cieca” agli aquiloni: ecco come si divertivano quanti di noi hanno una certa età,  i nostri padri e i nostri nonni ed Azzinano offre l’opportunità a tutti di rivivere quell’atmosfera.


La visita ad Arzinano si è conclusa e possiamo scegliere di proseguire per la seconda tappa, Castellio. Da quì occorrono circa 40 minuti, anche se sono solo 20 km, ma teniamo conto che si tratta di strada di montagna.

In alternativa si può rientrare a Roseto, magari godendo ancora un po' del panorama del Gran Sasso, e dedicare alla tappa di Castelli un altro giorno.


secondo giorno

Partendo nuovamente da Roseto occorre circa 1 ora per percorrere i 60 km che la separano da Castelli, uno dei più bei borghi d'Italia.

A Castelli Piazza Marconi e la chiesa di San Rocco rappresentano il punto di partenza di un itinerario che per  l'ampia scalinata di via Concezio Rosa si arrampica verso la parte alta del paese. Oppure si può andare verso il centro storico passando per il belvedere che offre una panoramica sulla vallata del Leomogna in basso e sull'imponente catena del Gran Sasso verso l’alto. Purtroppo l’itinerario nella parte vecchia del paese si ferma in Piazza Roma perché  le strette strade che da qui partono sono ancora chiuse al transito a causa dei danni provocati dal terremoto.

Tornando indietro ci si accorge che il borgo è tutto un saliscendi disseminato di botteghe e piccoli laboratori di arte ceramica e se si è fortunati si può scoprire l'utilizzo di sistemi tradizionali come il tornio a pedale e il forno a legna "a respiro".  Fuori dal centro abitato si può, anzi si deve, visitare la chiesa di San Donato che, semplice chiesa campestre vista da fuori, nasconde  “la Cappella Sistina della Maiolica”, come la definì Carlo Levi. E possibile ammirare il soffitto completamente maiolicato e costituito da circa 800 mattoni decorati da motivi geometrici e floreali, tipici di Castelli, datati dal 1615 al 1617.

Le ceramiche di Castelli

Castelli, come altre località simili, deve la sua fama di centro di produzione della ceramica alle caratteristiche naturali del territorio con abbondante presenza di cave d'argilla, corsi d'acqua, giacimenti di silice e boschi di faggio per la legna e i forni. La produzione ha beneficiato inoltre della presenza dei monaci benedettini,  che qui si stabilirono,  ed i primi reperti risalgono al XV secolo, anche se non è possibile datare esattamente l’inizio della produzione ceramica. Indubbiamente l‘abilità degli abitanti ha messo a frutto le risorse del territorio e tutti erano coinvolti nel ciclo produttivo. Dalla estrazione dalle cave, alla raffinatura, lavorazione, rifinitura, cottura ed infine decorazione. Nella elaborazione delle regole, che hanno fatto Castelli uno dei centri di eccellenza per l’arte ceramica, grande influenza ha avuto la famiglia Grue, in particolare con Carlo Antonio il suo maggiore esponente.

Castelli è sede del Liceo Artistico per il Design, fondato nel 1906, e chi ha interesse ad approfondire la storia della ceramica di Castelli lo può fare recandosi presso la sede del museo  istituito, nel gennaio del 1984, per promuovere la cultura e l’arte della maiolica, per salvaguardare la storia e le tradizioni locali, per garantire la conservazione e l’esposizione delle opere che testimoniano le produzioni ceramiche castellane.

Per informazioni:

Museo delle Ceramiche di Castelli

tel. 0861 970725



Per saperne di più

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